CLAVICORDO – Anonimo Tedesco secolo XIV
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CLAVICORDO – Anonimo Tedesco secolo XIV

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Campionamenti a cura di Alberto Patron

CLAVICORDO – Anonimo Tedesco secolo XVIII

Sembra certo che abbia origine dal monocordo, strumento probabilmente inventato da Pitagora de Salmo nel VI secolo a.C.successivamente divenuto, soprattutto nel Medioevo, un vero e proprio strumento musicale.

Successivamente, il clavicordo viene menzionato in trattati di G.Anselmi (1434), di H.A. de Zwolle (1435 circa) e di R.De Pareja (1482)  e da questi scritti appare chiaro che il clavicordo aveva subito una certa evoluzione, almeno a partire dagli inizi del XV secolo viene descritto come munito di dieci corde e dotato di tastiera cromatica. Essendo munito di più corde, il clavicordo era adatto ad essere utilizzato sia in modo melodico che armonico, divenendo presto strumento di esercizio per organisti. Era, peraltro, adatto a servire all’insegnamento della musica e i suoi costi di costruzione risultavano contenuti.

Pare che le corde di questo nuovo tipo di clavicordo sorto nel XV secolo fossero tutte di uguale lunghezza e sezione, anche se le esperienze fatte con altri strumenti, quali cetre e salteri avevano suggerito di migliorare il suono variando appunto questi valori. Nel tempo aumentò l’estensione, fino a raggiungere una gamma di quattro ottave, mentre fu raddoppiato il numero delle corde, con coppie accordate all’unisono.

L’ esemplare più antico giunto a noi fu costruito da Domenico di Pesaro nel 1543: è oggi conservato al Museo degli Strumenti dell’Università di Lipsia. Il clavicordo di Virdung sembra munito di non più di tredici o quattordici coppie di corde unisone, le gravi in ottone e le acute in acciaio. Quello di Domenico di Pesaro ha ventidue corde e un’estensione di quattro ottave. Negli affreschi pordenoniani  della basilica di santa Maria di Campagna a Piacenza è raffigurato un clavicordo (forse una spinetta). 

Verso la fine del XVI secolo, la tastiera del clavicordo era divenuta interamente cromatica, mentre l’estensione raggiungeva le quattro ottave e mezzo, corrispondente a quella consueta ad altri strumenti a tastiera in uso nell’epoca. La cassa su cui veniva montato lo strumento misurava circa 130 cm per 30 di profondità.

Strumento costruito da Mario Buonoconto

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