FORTEPIANO A TAVOLO – Secolo XVII
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FORTEPIANO A TAVOLO – Secolo XVII

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Campionamenti a cura di Alberto Patron

FORTEPIANO A TAVOLO – Secolo XVII

Il fortepiano o pianoforte storico è un cordofono  a percussione ed è il principale precursore del pianoforte moderno. L’invenzione del fortepiano viene tradizionalmente attribuita al cembalaro Bartolomeo Cristofori,   al servizio del gran principe di Toscana Ferdinando de’ Medici all’inizio del ‘700; tuttavia è più verosimile che anche altri cembalari europei coevi alla ricerca di una sonorità più malleabile per il clavicembalo fossero giunti all’idea concretizzata da Cristofori, ma solo quest’ultimo sia riuscito a diffondere il proprio strumento. Uno dei primi autori che ebbe modo di conoscere il fortepiano fu Domenico Scarlatti, il quale poté suonarlo per anni presso la corte di Spagna, che possedeva un buon numero di strumenti di questo tipo. La nuova idea nonostante tutto non attecchì immediatamente, ma quando lo strumento, circa cinquant’anni dopo, ebbe diffusione sufficiente, esso diventò il prediletto dei maggiori esponenti della musica sette/ottocentesca, come Mozart, Haydn, Muzio Clementi e Beethoven.  

Nel periodo iniziale della sua diffusione fu chiamato anche piano-forte o pianoforte. Ciò è facilmente dimostrabile attraverso le locandine coeve, che pubblicizzavano concerti, o attraverso i libri che ne spiegavano le caratteristiche, essendo esso uno strumento nuovissimo, che caratterizzò con la sua diffusione l’epoca dell’ultimo decennio del ‘700 e del primo impero napoleonico. Venne suonato anche da Mozart e Beethoven. 

Come il pianoforte moderno produce suoni grazie a corde che vengono percosse per mezzo di martelletti, azionati da una tastiera. La sua caratteristica rispetto al moderno pianoforte è di essere interamente in legno, o tutt’al più con alcune strutture interne metalliche (sicuramente l’uso di elementi in ghisa o altri materiali indeformabili è peculiare del pianoforte moderno). Questo comporta una tensione delle corde decisamente inferiore, un volume sonoro notevolmente minore unito ad una timbrica parzialmente diversa rispetto allo strumento odierno; tuttavia non si può parlare di due strumenti diversi: si tratta invece di un unico strumento, che ha subito nel tempo una decisa e profonda evoluzione.

La caratteristica peculiare, e nuova per l’epoca, del fortepiano è la possibilità per l’esecutore di pesare la pressione sul tasto: questo permise di aprire nuovi orizzonti ai mezzi di espressione degli artisti, che durante la seconda metà del Settecento abbandonarono rapidamente il clavicembalo in favore di questo nuovo, duttile strumento.

Strumento costruito da Mario Buonoconto

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