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1800 – TROMBA MARINA
Strumento del XV secolo, Europa.
Contrariamente a quanto il nome sembra suggerire, la tromba marina non ha alcuna attinenza né col mare, né con lo strumento musicale chiamato tromba. Sembra che l’epiteto venga, per deformazione, dall’aggettivo mariana. Risulta evidente che il contesto di utilizzo, dunque, potrebbe essere stato originariamente associato al culto, a maggior ragione per il fatto che moltissimi degli esemplari giunti fino al XXI secolo provengono da antichi istituti religiosi femminili. Del resto, in tedesco la tromba marina è chiamata anche Nonnengeige (letteralmente, violino delle suore).
Al tempo del re Francesco I venne ufficialmente classificata nell’ambito della Musique de l’Écurie. In seguito, all’epoca di Luigi XVI, venne utilizzata più raramente.
Derivata dal monocordo medioevale, la tromba marina possiede una sola corda. Nonostante ciò, secondo il trattato di organologia di Michael Praetorius, lo strumento poteva arrivare ad avere fino a quattro corde: secondo i casi, poi, più corde simpatiche potevano essere aggiunte all’interno della cassa di risonanza.
L’unica corda, sfregata da un archetto, è fissata a un cavalletto: la particolarità di quest’ultimo consiste nell’avere un solo piede fisso. L’altro, leggermente distanziato, percuote la tavola (o cassa) armonica tramite un pezzo di vetro in base alla vibrazione assegnata: questo effetto di percussione è chiamato tromba, per via dell’analogia col timbro di questo strumento. Non si tratta, però, dell’unica analogia: la tromba marina è suonata sugli armonici naturali, della corda, in modo tale da rifarsi alla stessa scala, incompleta e talvolta naturalmente stonata, delle trombe dell’epoca, sprovviste di pistoni. La somiglianza timbrica, in effetti, è elevata.











